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I vantaggi fiscali della previdenza complementare

L’Italia è un paese straordinario, famoso in tutto il mondo per le sue bellezze artistiche, le sue delizie enogastronomiche, le eccellenze manifatturiere e purtroppo anche per essere uno dei paesi con la pressione fiscale più alta.

Spesso ci si chiede come fare a pagare meno tasse, forse non tutti sanno che l’adesione alla previdenza complementare offre la possibilità di ottenere degli importanti benefici fiscali in modo lecito e trasparente al fisco.

Ci stiamo avvicinando al periodo della dichiarazione dei redditi 2017,si inizia quindi a fare i primi bilanci ed a pensare al pagamento delle imposte.

In questo articolo, senza entrare nel dettaglio del perché è importante (oserei dire fondamentale!), investire in un fondo pensione, desidero concentrarmi sui cospicui vantaggi fiscali che la previdenza complementare offre agli aderenti.

Le normative vigenti consentono di portare in deduzione, ovvero di abbattere l’imponibile Irpef, i premi versati in detti piani fino ad un massimo di 5164,57 € anno.

Questo comporta che una persona con un reddito lordo di 35.000€ che verserà 5.000€ nella previdenza complementare, pagherà le tasse su un imponibile di soli 30.000€.

Le attuali aliquote Irpef vengono applicate con il sistema della marginalità secondo i seguenti scaglioni:

  • redditi inferiori a 15.000 € aliquota del 23%
  • redditi tra 15.000 e 28.000€ aliquota del 27%
  • redditi tra 28.001 e 55.000€ aliquota del 38%
  • redditi tra 55.001 e 75.000€ aliquota del 41%
  • redditi oltre 75.000 aliquota del 43%

Facendo riferimento all’esempio di cui sopra, ai 5.000€ versati non sarà quindi applicata l’aliquota del 38%, portando così un beneficio di 1.900€ (380€ ogni mille versati). Risulta quindi semplice calcolare come, qualora il reddito fosse riferibile allo scaglione più alto (maggiore di 75.000€ lordi) il vantaggio fiscale arriverebbe addirittura a 2.220,52€.

Ogni anno posso quindi avere un importante sconto sulle tasse investendo per il mio futuro!

Terminata la fase di accumulo, per il fatto di avere avuto un importante beneficio oggi, avrò un piccolo svantaggio poi. Infatti, la rendita o il capitale derivante dai versamenti dedotti, sarà tassata con un’aliquota sintetica massima del 15%. Tale aliquota si riduce di uno 0,3% per ogni anno di adesione successivo al 15 esimo, fino ad un massimo sconto di 6 punti. Ciò significa che la tassazione applicata può scendere fino al 9%.
La parte dei contributi versati (anche per le persone a carico) al fondo di previdenza complementare per i quali il contribuente non ha potuto fruire della deduzione, non saranno tassati al momento della liquidazione della prestazione.

Considerando che i versamenti dedotti hanno prodotto, in quanto tali, un risparmio minimo del 23% in fase di accumulo, la convenienza è innegabile.

A questo dobbiamo aggiungere il fatto che quei 1.900€ risparmiati oggi potrebbero essere reinvestiti garantendomi quindi un altro vantaggio economico.

Un ulteriore motivo di interesse per questi piani è che anche sulle plusvalenze, ossia il guadagno rispetto a quanto investito, ho un’agevolazione fiscale, infatti l’aliquota applicata è pari al 20% rispetto al 26% delle altre forme di investimento.

Riepilogando: se oggi ho un reddito lordo di 35.000€ e verso alla previdenza complementare 5.000 € ho un vantaggio immediato di 1.900€ e alla scadenza, pagherò, supponendo di andare in pensione con 35 anni di adesione, un imposta di 270€ realizzando così un guadagno del 29% (38%aliquota Irpef -9%tassazione a scadenza) per ogni versamento, senza considerare né il guadagno ottenibile dal reinvestimento di quei 1.900€ da oggi alla scadenza, ma neppure il reale capital gain realizzato dall’investimento dei 5.000€ di oggi (tali guadagni saranno tassati con l’aliquota agevolata dell’20%).

In conclusione, si può affermare che il vantaggio minimo offerto dalla normativa ad ogni versamento fatto con finalità previdenziali sia pari all’8%; questo per persone con reddito inferiore a 15.000€ lordi (aliquota 23%) che maturino i requisiti per la prestazione con meno di 15 anni di adesione alla previdenza complementare (tassazione a scadenza 15%). Il vantaggio massimo può raggiungere addirittura il 34% per i redditi superiori al 75.000€ (aliquota 43%) con un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni (tassazione a scadenza 9%).

Tengo a sottolineare che questi vantaggi valgono per tutte le tipologie di lavoratori, sia autonomi che dipendenti del settore pubblico o privato.

Grazie a questi importanti vantaggi fiscali l’investimento è strategico sia per chi deve costruirsi un capitale nel lungo periodo ma anche per chi è prossimo alla pensione e vuole fare un investimento di breve durata con un rendimento “garantito dal fisco”.

Se come previsto dalla riforma degli scaglioni Irpef a partire dal 1 gennaio 2019 ti aumenteranno le tasse, non disperare, il vantaggio fiscale è ancora più grande!

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