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Le criptovalute sono una moneta?

La domanda che mi sono fatto potrebbe sembrare provocatoria, in realtà il dibattito che sta’ avvenendo nelle stanze delle banche centrali e degli enti di regolamentazione verte proprio su questo.

Per considerarsi come tali, le monete, devono svolgere tre funzioni:

  • Mezzo di pagamento

La funzione più importante della moneta è quella di servire come mezzo di scambio ovvero come mezzo di pagamento. La moneta è anche usata per concedere crediti o estinguere debiti. Per essere efficace in questa funzione, la moneta deve essere generalmente riconosciuta ed accettata in cambio di beni e servizi.

  • Unità di misura

La moneta serve come comune unità di misura del valore per tutti i beni e i servizi, dunque permette di compararli e mantenere i sistemi contabili.

  • Riserva di valore

La moneta serve da liquida riserva di valore, facilmente spendibile e conservabile. In questo senso permette di affrontare emergenze ed imprevisti, oltre che essere disponibile per future opportunità di acquisto di beni, servizi o attività finanziarie.

Se ci pensiamo le monete hanno un valore che è la fiducia: noi attribuiamo ad un “pezzo di carta”, ad esempio 100€, il valore necessario per acquistare un paio di scarpe, quando in realtà il vero valore di quella banconota potrebbe essere pochi centesimi. Facciamo questo perché c’è chi garantisce detto valore e questi garanti tipicamente sono gli stati e le banche centrali.

Nel passato non è sempre stato così, infatti ai tempi dei romani, era in vigore il sistema aureo, le monete erano coniate in oro o in argento ed il valore delle stesse dipendeva appunto dal materiale e dalla quantità che la componevano. Successivamente con l’incremento degli scambi commerciali, le difficoltà ed i rischi di spostare fisicamente le monete d’oro, cominciarono a circolare le prime banconote. Si trattava di foglietti con cui le “banche” dell’epoca attestavano che avevano ricevuto una certa quantità di monete e quindi erano pronte a restituirle a chiunque presentasse quel foglietto.

Considerato che era altamente improbabile che tutti sarebbero andati nello stesso momento a richiedere le loro monete, la tentazione di stampare molte più banconote divenne forte, e portò gli stati ad iniziare a gestire queste emissioni introducendo la regola che non potevano essere emesse più banconote rispetto all’oro presente nei forzieri.

Infine, con gli accordi di Bretton Woods nel 1971 la convertibilità dei soldi in oro divenne facoltativa e di fatto venne abbandonata. Da quel momento, tutte le monete del mondo hanno quella che tecnicamente si chiama “circolazione fiduciaria”. In pratica, si ha fiducia che lo Stato che ha emesso la banconota possa sempre avere a disposizione merci e servizi per poterla ripagare.

Ecco perché come dicevo in apertura, oggi, tutte le monete circolano sulla fiducia!

Ciò che ha fatto conoscere ed aumentare il valore dei bitcoin è proprio la fiducia (o speranza) che detenendo tale strumento ci sia qualcuno nel mondo, essendo in quantità limitata, disposto a pagarmi x per avere una quantità y di questa criptovaluta. Ma se domani mattina uscissero delle notizie che fanno perdere completamente la fiducia sullo strumento, quanto varrebbero i miei Bitcoin??? Probabilmente nulla.

Andando a studiare come si sono sviluppati sistemi monetari, possiamo analizzare che storicamente tutte le forme di valuta hanno avuto bisogno del supporto di un’autorità centrale a garanzia del suo valore. Affinché cresca la fiducia nei confronti delle criptovalute probabilmente sarà necessario un forte incremento della regolamentazione e della trasparenza.

Inoltre, per servire come mezzo di pagamento le criptovalute devono acquistare ulteriore fiducia, per esempio mantenendo una certa stabilità del proprio valore. Il livello di volatilità e dunque l’ampiezza delle oscillazioni di valore del Bitcoin ad esempio fanno sì che sia improprio come mezzo di scambio, misura e riserva di valore, ovvero le tre funzioni tipiche della moneta viste in precedenza. Oggi i Bitcoin (e le altre criptovalute) sono più simili ad una materia prima, anche in considerazione alla sua limitatezza, che ad una moneta. Tuttavia mancano di una funzione d’uso che ne giustifichi una crescente domanda.

Infine, altri punti di attenzione sono la potenzialità di errori informatici negli algoritmi che gestiscono il processo di attribuzione e nelle transazioni, oltre ai rischi derivanti da attacchi di hacker e manipolazione o perdita di dati.

Possono quindi essere considerate un nuovo strumento di investimento?

Alla luce di quanto analizzato, ritengo che le criptovalute non rappresentino un investimento (dalla valorizzazione incerta ma in qualche modo prevedibile) ma una speculazione ad alto rischio, in particolare considerato che i recenti significativi incrementi e decrementi di prezzo derivano prevalentemente da questi fenomeni. La volatilità è molto elevata con picchi dell’80 percento su base annua e il settore al momento ha ancora un livello di regolamentazione troppo limitato e poco trasparente.

Le criptovalute non generano di per sé flussi di cassa che ne permettano una valutazione finanziaria o ne rendano desiderabile il loro possesso. Il valore dato alle criptovalute deriva prevalentemente dalla potenzialità di utilizzarle come mezzo di scambio. Tuttavia, come abbiamo visto, per il momento siamo ancora lontani dal riconoscimento da parte delle istituzioni e quindi dalla generale accettazione di Bitcoin e altre criptovalute come mezzo di pagamento. Ecco perché una grande parte dei volumi di acquisto in questo periodo è puramente di natura speculativa. In altre parole, si acquistano unità di criptovalute con la speranza di rivenderle ad un prezzo maggiore in futuro.

Alla luce di queste considerazioni, della forte volatilità dei prezzi e della scarsa regolamentazione ritengo prematuro e altamente rischioso utilizzare le criptovalute come strumento di investimento o di gestione dei propri risparmi.

Questo non significa che non rimanga interessante continuare ad osservare l’evoluzione di questo fenomeno e ad approfondirne i potenziali sviluppi futuri, in particolare tenendo presente che la tecnologia sottostante le criptovalute, la blockchain (di cui tratto nel prossimo articolo), ha un campo di applicazione molto più vasto, non solo nel settore finanziario, ma anche nel settore pubblico e privato.

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