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Cos’è la blockchain?

Con l’avvento delle criptovalute la parola blockchain è entrata nella nostra vita e di questa innovativa tecnologia se ne sente parlare sempre più frequentemente con ambiti di applicazione anche molto differenti rispetto a quello in cui è nata, come ad esempio immagazzinare dati medici, creare un notaio digitale, e persino riscuotere le tasse.

Semplificando al massimo il concetto, si tratta di un libro mastro distribuito a tutti i membri di una rete che registra ed archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno, eliminando in definitiva la necessità di terze parti “fidate” che garantiscono l’operazione. Il nome deriva dalla sua natura distribuita: ogni nodo del network (ogni pc collegato allo stesso) svolge un ruolo nella verifica delle informazioni, inviandole al successivo in una catena composta da blocchi, blockchain appunto. Questa caratteristica è molto interessante poiché una volta che dei dati sono stati registrati dentro una blockchain, diventa molto difficile modificarli essendo distribuita, infatti una copia di quel registro è inviato a tutti i componenti della rete.

 

Nel modello classico i protocolli, le transazioni e i dati sono registrati presso un’istituzione centrale che funge da garante. Per restare in tema valute/criptovalute, ad esempio, dietro la moneta euro vi è la Banca Centrale Europea. Ogni euro emesso dalla BCE è stato registrato sul suo bilancio. Dunque la sicurezza che offre questa istituzione permette alla valuta euro di essere riconosciuta ed accettata. La blockchain rappresenta invece un modello diametralmente opposto di registrazione, verifica e validazione delle transazioni. Si tratta infatti di un database decentralizzato che permette lo scambio di dati a livello globale, senza un’entità centrale di controllo, attraverso una rete di utenti finali. Questo sistema tende a ridurre i costi ed incrementare la velocità.

Come avviene una transazione verificata attraverso blockchain? In primo luogo, un utente che fa parte della rete decide di effettuare una transazione e dunque richiede alla rete di utenti di cui fa parte di portarla a termine. A questo punto la transazione richiesta entra a far parte della rete e viene verificata da degli algoritmi. Una volta verificata, la transazione viene combinata con altre in un insieme di transazioni (cosiddetto blocco). Infine il blocco viene annesso permanentemente ad altri blocchi in una catena, la blockchain. Dunque la transazione si può dire eseguita con successo.

Utilizzando il sistema di crittografia, ogni utente vede si l’operazione registrata, ma senza poter risalire all’autore poiché potrebbe essere chiunque all’interno della rete.

Ci si aspetta che questa tecnologia avrà un grande futuro, con il verosimile effetto di arrivare a cambiare profondamente il modello di business di alcune imprese o addirittura settori. Le banche, che in un primo momento vedevano i Bitcoin come una potenziale minaccia, hanno iniziato a intravedere delle grandi opportunità sfruttando la loro tecnologia. Le applicazioni della blockchain in ambito finanziario infatti sono enormi: le banche e la finanza si basano sullo scambio di valori attraverso sistemi complessi, che chiamano in gioco diversi enti di regolamentazione per garantire le transazioni. Questa tecnologia porterebbe grandi benefici in termini di semplificazione, abbattimento dei costi, eliminazione delle terze parti e in più offre una elevata sicurezza e semplicità.

Si mormora che le stesse banche centrali potrebbero iniziare ad usare il blockchain per gestire le proprie monete, con un potenziale impatto radicale sul sistema bancario. Le applicazioni non si limitano tuttavia al settore finanziario, ma riguardano per esempio la pubblica amministrazione, con il ricorso al blockchain per gestire registri pubblici o le elezioni, la raccolta e la gestione di informazioni lungo la filiera produttiva di aziende manifatturiere o alimentari piuttosto che la verifica di infrazioni di copyright nell’industria musicale.

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