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CORONAVIRUS E MERCATI: COME COMPORTARSI?

Mentre fino a pochi giorni fa i casi di coronavirus erano concentrati in Cina e pochi paesi limitrofi, la scorsa settimana il numero di contagiati è cresciuto notevolmente soprattutto in Italia.
Le autorità nazionali, locali e numerose imprese hanno di conseguenza intrapreso una serie di misure volte al contenimento del contagio, in particolare nelle regioni del nord. Analogamente, il numero di casi è cresciuto in Corea del Sud ed in altri paesi del sud-est asiatico. Questo, insieme alla prima diffusione del virus in Europa, ha causato una reazione fortemente negativa dei mercati finanziari a partire dalla giornata di lunedì 24 febbraio, con ribassi notevoli dei principali indici borsistici.

QUAL È LA CONNESSIONE TRA CORONAVIRUS E MERCATI?

I mercati azionari riflettono le prospettive di crescita di fatturato ed utili delle imprese quotate in borsa. Pertanto i listini reagiscono al variare delle aspettative di crescita dell’economia globale all’interno della quale tali imprese operano. Nel caso specifico, la fonte di preoccupazione è l’impatto che le misure necessarie per il contenimento del contagio possono avere sui conti economici delle aziende. Infatti, la quarantena per ampie porzioni della popolazione, le restrizioni agli esercizi commerciali o la sospensione della produzione negli stabilimenti rischiano di causare un rallentamento improvviso dell’attività economica complessiva. Le ampie oscillazione al ribasso (o al rialzo) dei prezzi segnalano l’incertezza che gli operatori percepiscono in assenza di una prospettiva ben definita per il contenimento del contagio.

IMPATTO ECONOMICO NON TRASCURABILE MA TEMPORANEO

Questi effetti, per quanto repentini e senza dubbio negativi, rimangono di natura strettamente temporanea. È troppo presto per formulare stime credibili dell’impatto economico, ma è verosimile che una volta contenuta l’epidemia, l’attività economica andrà a riprendere altrettanto rapidamente.
Possiamo tracciare dei paragoni con l’epidemia di SARS del 2003, durante la quale il ritmo di crescita reale del PIL anno-su-anno della Cina perse 2 punti percentuali in un trimestre, sebbene le condizioni fossero comunque diverse rispetto ad oggi. In quell’occasione, i mercati finanziari persero oltre il 10%, ma a distanza di un mese le “perdite” furono assorbite totalmente con la ripresa dei listini azionari e a tre mesi dal picco i guadagni si attestarono intorno al 30%.
L’esperienza del passato evidenzia come gli impatti economici di questo tipo di epidemie siano temporanei e, salvo che la diffusione raggiunga una scala globale (poco probabile), è ragionevole credere che anche questa volta sarà così.

SEGNALI INCORAGGIANTI DALLA CINA

In Cina la situazione mostra significativi miglioramenti, sia sul fronte della diffusione del virus che dell’attività economica. Sei province sono arrivate a ridurre lo stato di emergenza sanitaria pubblica. Inoltre il governo continua a supportare l’economia con varie misure di stimolo, segnalando che non intende rinunciare agli obiettivi economici per il 2020, stabilizzando il prima possibile produzione ed occupazione.
Gli economisti si aspettano una riduzione del ritmo di crescita anno-su-anno del PIL di circa 2 punti nel primo trimestre, ma che questo torni al 6.1 per cento già dal secondo trimestre del 2020.
Alla luce delle considerazioni riportate, ad oggi le aspettative sono perché l’economa globale riprenda la sua traiettoria di crescita, seppure in leggero rallentamento già dal secondo trimestre del 2020 – guidata dalla Cina e dagli Stati Uniti. L’economia europea, essendo più fragile, subirà probabilmente maggiori contraccolpi. Rimangono infatti da monitorare da vicino ad esempio gli sviluppi legati ai rapporti commerciali tra i vari paesi in un contesto di possibili controlli più rigidi alle frontiere in attesa che l’epidemia sia contenuta e i riflessi dei miglioramenti dalla Cina emergano.

IMPLICAZIONI PER GLI INVESTITORI

I mercati azionari arrivano da un periodo sostenuto di apprezzamento, che li rende più vulnerabili al mutamento repentino del sentiment degli operatori. In altre parole, i timori legati all’epidemia di coronavirus potrebbero essere il pretesto per un aggiustamento dei prezzi al ribasso nel breve termine. Naturalmente non è possibile anticipare con un significativo livello di confidenza i tempi dei prossimi sviluppi, ma è molto probabile che le oscillazioni dei mercati perdureranno, a seguito della diffusione delle notizie, fino all’evidenza di un contenimento dei contagi.
Gli investimenti azionari dovrebbero essere concentrati su imprese che garantiscono un elevato potenziale di crescita degli utili nel medio termine; nella fase attuale, non vi sono indizi che le conseguenze dell’epidemia possano estendersi oltre il breve termine e dunque alterare strutturalmente il contesto economico che resta positivo.
All’interno dei mercati finanziari, come osservato in più circostanze passate, le reazioni alle notizie sono spesso rapide e potenzialmente violente, sia in negativo che in positivo.
Alla luce di questa volatilità, che verosimilmente continuerà nel breve termine, diventa fondamentale evitare qualsiasi reazione emotiva. L’antidoto più efficace per combattere questi episodi è la costruzione di portafogli strategici, ben diversificati e robusti. Se i tuoi investimenti sono stati costruiti con questo criterio non ritengo necessarie al momento variazioni di posizionamento.
Infine, con la stabilizzazione e progressiva riduzione del numero di nuovi contagi potrebbe essere interessante guardare a riallocazioni di portafoglio che diano maggior peso alle aree che hanno subito i maggiori deprezzamenti, ad esempio le azioni dei paesi emergenti o i settori legati alla crescita dei consumi della regione asiatica. Restano di grande attualità gli investimenti legati al mondo della salute ed alle innovazioni in campo medico (healthcare).

Se anche tu vuoi scoprire se il tuo portafoglio è vaccinato al corona virus non esitare a contattarmi…

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