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Arriverà davvero la tanto discussa imposta Patrimoniale 2021?

Cos’è, come funziona e come difendersi. Scopriamo insieme quello che c’è da sapere.

In un clima ancora molto incerto, complici le difficoltà economiche che ha portato con sé la pandemia, in Italia torna la paura di una tassa patrimoniale. Nonostante gli aiuti economici promessi dall’Unione Europea le finanze del Bel Paese non sono in ordine, e una delle possibili soluzioni è quella di riesumare l’imposta che colpisce i patrimoni. Molti la ritengono una manovra ingiusta, e io sono tra quelli. Eppure in Italia alcune imposte sul patrimonio le stiamo già pagando…

Cos’è la patrimoniale?

L’imposta patrimoniale non è altro che una tassa “istantanea” che colpisce in modo proporzionale il patrimonio sia mobile che immobile di persone fisiche o giuridiche, detenuto in Italia o all’estero. Si riferisce a denaro, case, azioni, valori preziosi, investimenti finanziari.
Per ora l’introduzione di una nuova imposta patrimoniale è solamente un’ipotesi al vaglio del Governo, peraltro osteggiata da diverse forze politiche.
In pratica l’applicazione della patrimoniale autorizzerebbe lo Stato a mettere le mani nelle tasche dei contribuenti e prendere una parte delle loro ricchezze per motivi di forte necessità, con il pretesto di evitare il default del paese, che avrebbe conseguenze ancora peggiori.
Non è certamente una operazione popolare: la maggior parte dei Governi nel mondo evita questo provvedimento in ogni modo possibile, temendo tensioni sociali o altre crisi del sistema.

Come funziona l’imposta patrimoniale

La patrimoniale si calcola sulla disponibilità di ricchezza del contribuente, il patrimonio che ha accumulato nel corso della sua vita. L’importo da pagare può essere fisso o variabile: il più delle volte è espresso in percentuale (o millesimi), per colpire i patrimoni in maniera proporzionale (chi ha più ricchezze paga di più). Se dovesse concretizzarsi, è probabile che la patrimoniale 2021, dovuta all’emergenza Coronavirus possa prendere la forma di un prelievo occasionale.

Patrimoniale e prelievo forzoso

La nuova patrimoniale autorizzerebbe un prelievo forzoso dai conti correnti degli italiani. Non è l’unico metodo per riscuotere un’imposta sul patrimonio ma potrebbe essere la via più rapida per salvare le finanze pubbliche in stato di estrema crisi. C’è da dire che gli Italiani sono grandi risparmiatori e attualmente hanno accumulato sui conti correnti ben 1.400 miliardi di euro. Una cifra enorme, che potrebbe rappresentare una sorta di garanzia alla quale lo Stato potrebbe attingere in caso di necessità, in maniera semplice e veloce, per tamponare lo shock finanziario.

Cosa succede in pratica?

Lo Stato emana un decreto legge fissando la quota da richiedere (per esempio due per mille). Quindi ordina alle banche di procedere con un prelievo forzoso dal conto corrente (o dal conto deposito). Il prelievo può riguardare solo l’attuale giacenza sul conto corrente oppure essere calcolato sull’intero stato patrimoniale del contribuente, sulla base delle ultime dichiarazioni dei redditi (dipende se la patrimoniale è reale o soggettiva). Questa ovviamente è un’ipotesi remota e non confermata. Non è detto che l’eventuale nuova patrimoniale autorizzi un prelievo forzoso, cosa che metterebbe in allarme l’intero sistema del risparmio italiano. Molte persone, per paura di vedersi sottrarre soldi, correrebbero a svuotare i conti correnti, mandando in tilt le banche e portando così a conseguenze ancora peggiori.

E’ già successo?

In Italia la prima imposta patrimoniale della storia risale al 1992: allora fu il Governo di Giuliano Amato ad autorizzarla, con il D.l. 11 luglio 1992 detto “Misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica”. La patrimoniale Amato ordinò un prelievo forzoso pari al 6 per mille, calcolato sull’ammontare dei depositi in maniera retroattiva per intercettare i capitali fuggiti all’estero.

L’imposta colpì:

  • depositi bancari
  • libretti postali
  • conti correnti
  • certificati di deposito
  • buoni fruttiferi

 

Toccò solo i depositi liquidi, salvando qualsiasi forma di investimento. L’imposta patrimoniale del 1992 fu di natura straordinaria e il prelievo forzoso non si verificò di nuovo l’anno successivo. Tuttavia il Governo Amato introdusse altre mini-patrimoniali, che oggi continuiamo a pagare, quali l’IMU, che colpisce i beni immobiliari, il bollo auto, il bollo sul dossier titoli o la tassa sui beni di lusso.

Patrimoniale 2021: come comportarsi?

In un momento come questo di crisi economica e sociale tutti noi faremmo volentieri a meno di una nuova tassa da pagare. Pertanto la domanda sorge spontanea: “esiste un modo per evitare la nuova patrimoniale 2021”? Torno a ripetere: la patrimoniale per l’emergenza COVID 19 resta un’ipotesi remota e proprio per questo motivo è difficile fare delle previsioni. Quale patrimonio colpirà? Quali saranno le aliquote applicate? Finché non si conoscono i dettagli non è possibile sapere come difendersi dalla patrimoniale. Inoltre l’imposta patrimoniale può interessare sia il patrimonio detenuto in Italia che all’estero, immobili e mobili, anche gli investimenti finanziari o buoni postali ecc. Per questo è molto difficile evitare legalmente un prelievo forzoso. Detto ciò, procediamo per ipotesi e vediamo quali sarebbero le possibili soluzioni per proteggere i risparmi da una patrimoniale.

E’ possibile difendersi per non essere colpiti da un eventuale patrimoniale?

Ovviamente tutto dipenderà dalla maniera in cui sarà scritta la normativa. Qualcuno potrebbe pensare che aprire un Conto corrente all’estero lo metta al riparo da questa minaccia… ma purtroppo non è così! Se è vero che il Conto corrente non è aggredibile da un prelievo forzoso in stile “Amato”, nulla esclude che il governo possa comunque chiederti di versare un’imposta sul controvalore detenuto all’estero e oggi sappiamo che i paradisi fiscali dove possiamo sfuggire al fisco sono sempre più difficili da trovare e sempre meno sicuri. Certamente è più complesso per il legislatore andare a toccare i prodotti che non sono nell’immediata disponibilità del cliente, quindi il primo suggerimento è quello di non tenere troppa liquidità in Conto Corrente. Probabilmente una nuova patrimoniale stile “1992” non ci sarà, ma è meglio non rischiare.

Gli strumenti che ad oggi sono più tutelati e sui quali è molto difficile che possa gravare un’imposta patrimoniale sono i Fondi pensione e le polizze Vita. Si tratta di strumenti sui quali non c’è applicazione dell’imposta di bollo dello 0,2% (imposta Monti). Questo perché alla base di questi contratti non c’è un investimento (anche se di fatto lo sono) ma formalmente il contraente versa un premio per garantirsi una prestazione. Sui fondi di previdenza complementare addirittura lo Stato offre incentivi fiscali e ancora oggi mantiene una tassazione favorevole anche sulle plusvalenze poiché è lo strumento attraverso il quale cercherà un domani di abbattere le spese pensionistiche. Queste particolari caratteristiche rendono molto difficile che detti prodotti possano essere oggetto di tassazione straordinaria. A mio avviso è decisamente più probabile che vengano riviste le imposte di successione. In Italia le eredità non sono tassate, se sono sotto una certa soglia. In questo caso l’aumento del prelievo fiscale potrebbe riguardare sia la percentuale applicata per tassare l’eredità (più alta), sia la soglia di esenzione dal pagamento (più bassa). Qui niente effetto immediato per le casse dello Stato, e niente gettiti da capogiro ma è una tassa “popolare” perché “punisce i ricchi”.

Seguendo questa logica, i grandi cambiamenti in atto, aprono la strada a interessanti occasioni di investimento.

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